Napoli chiama: MayDay, MayDay

La MayDay giunge quest'anno alla sua settima edizione. Nel corso degli anni questo evento si è intrecciato con soggetti e lotte differenti, ha oltrepassato lo spazio angusto della sovranità nazionale e proiettandosi verso una dimensione europea. In questi sette anni ne è passata di acqua sotto in ponti. Ci rendiamo conto che, dopo la manifestazione dello scorso 4 novembre, con tutte le sue contraddizioni, un ciclo si è chiuso e la MayDay non ne esce indenne.

Per questo crediamo che la MayDay non vive se non alimentata dalle lotte e dai processi di soggettivazione che si attivano a partire da essi.
A Napoli, quest'anno, è successa una cosa importante: dopo un mese di mobilitazioni che hanno visto centinaia di studenti attraversare i palazzi dell’università Orientale e le strade di Napoli, il Senato Accademico si è riunito in seduta straordinaria per congelare il decreto del rettore Ciriello che sanciva l’aumento delle tasse universitarie. Questa vittoria è ttata ottenuta grazie all’autorganizzazione e all’autonomia degli studenti che hanno ripreso così parola sull’università e sulle decisioni che riguardano le proprie vite.

La vittoria degli studenti di Napoli ci parla di un nuovo modo di intrecciare le mobilitazioni universitarie con il tema della precarietà: la battaglia per la trasformazione delle condizioni materiali di vita è oramai inscindibile dal conflitto sul terreno dei saperi. Bloccare l’aumento delle tasse nel nuovo modello formativo basato sull’inclusione differenziale e sul controllo dei saperi significa mettere in crisi gli stessi meccanismi di regolamentazione della nuova forza lavoro precaria.

Crediamo che la rivendicazione di un reddito di  cittadinanza sia un possibile nome comune per fare intrecciare le lotte sui saperi con quelle contro la precarietà esistenziale. Solo un reddito incondizionato può scardinare quel modello  di inclusione differenziale. Solo la continuità di reddito crea le condizioni di possibilità per eludere quel dispositivo di ricattabilità che ostacola i processi di soggettivazione del lavoro vivo.

Per queste ragioni il I maggio andremo a Napoli insieme alla rete di Uniriot per reclamare anche noi il diritto ai saperi e al reddito.

C38, Collettivo di Lettere e Filosofia – Uniriot Bologna

www.uniriot.org

Per info: 3494040526La MayDay giunge quest'anno alla sua settima edizione. Nel corso degli anni questo evento si è intrecciato con soggetti e lotte differenti, ha oltrepassato lo spazio angusto della sovranità nazionale e proiettandosi verso una dimensione europea. In questi sette anni ne è passata di acqua sotto in ponti. Ci rendiamo conto che, dopo la manifestazione dello scorso 4 novembre, con tutte le sue contraddizioni, un ciclo si è chiuso e la MayDay non ne esce indenne.

Per questo crediamo che la MayDay non vive se non alimentata dalle lotte e dai processi di soggettivazione che si attivano a partire da essi.
A Napoli, quest'anno, è successa una cosa importante: dopo un mese di mobilitazioni che hanno visto centinaia di studenti attraversare i palazzi dell’università Orientale e le strade di Napoli, il Senato Accademico si è riunito in seduta straordinaria per congelare il decreto del rettore Ciriello che sanciva l’aumento delle tasse universitarie. Questa vittoria è ttata ottenuta grazie all’autorganizzazione e all’autonomia degli studenti che hanno ripreso così parola sull’università e sulle decisioni che riguardano le proprie vite.

La vittoria degli studenti di Napoli ci parla di un nuovo modo di intrecciare le mobilitazioni universitarie con il tema della precarietà: la battaglia per la trasformazione delle condizioni materiali di vita è oramai inscindibile dal conflitto sul terreno dei saperi. Bloccare l’aumento delle tasse nel nuovo modello formativo basato sull’inclusione differenziale e sul controllo dei saperi significa mettere in crisi gli stessi meccanismi di regolamentazione della nuova forza lavoro precaria.

Crediamo che la rivendicazione di un reddito di  cittadinanza sia un possibile nome comune per fare intrecciare le lotte sui saperi con quelle contro la precarietà esistenziale. Solo un reddito incondizionato può scardinare quel modello  di inclusione differenziale. Solo la continuità di reddito crea le condizioni di possibilità per eludere quel dispositivo di ricattabilità che ostacola i processi di soggettivazione del lavoro vivo.

Per queste ragioni il I maggio andremo a Napoli insieme alla rete di Uniriot per reclamare anche noi il diritto ai saperi e al reddito.

C38, Collettivo di Lettere e Filosofia – Uniriot Bologna

www.uniriot.org

Per info: 3494040526

This entry was posted in Generale. Bookmark the permalink.