C38 verso il 9 giugno…

Contro ogni guerra imperiale (unilaterale o multilaterale)
No Bush, no Prodi.

C38 in cammino verso il 9 giugno…

2 giugno

Ore 10:00, P.zza Maggiore
Parata  Anti-militare


5 giugno
Ore 16:00,  aula 1, via Zamboni 38 
"Scenari di guerra imperiale"
Assemblea  con Federico Montanari ed Emergency

7 giugno

Ore 17, P.zza Verdi
Assemblea "No War, No Bush", con collegamenti da Rostock
(promuovono: C38 , Espress, Casseur, Spa, Ora d'aria, Cua)

9 Giugno

Ore 10, Stazione centrale
Tutti a Roma!

Guerra per nessuno,

Reddito per tutt*

C38 – Uniriot Bologna

http://c38.noblogs.org/
http://www.uniriot.org/

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Presentazione dell’inchiesta: interrotto il Consiglio di facoltà

Venerdì 18 maggio, alle ore 11, come C38, insieme a decine di attivist* de Collettivo universitario autonomo e dell'aula Espress, abbiamo interrotto il Consiglio di facoltà di Lettere e Filosofia per presentare l'inchiesta "Per l'autogestione del percorso formativo", curata da C38 e dallo Sportello di conricerca per l'inchiesta e l'autoformazione.
Dopo aver letto al Consiglio di facoltà un documento di presentazione dell'inchiesta e aver distribuito i risultati della stessa, ce ne siamo andati una volta registrata la disponibilità del preside e dei presidenti dei Corsi di laurea a rispondere pubblicamente, in un'assemblea, alle richieste e alle domande che abbiamo posto loro alla luce di quanto emerso dal nostro lavoro di conricerca.
Segue il volantino distribuito al Consiglio di facoltà.
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“ PER L’ AUTOGESTIONE DEL PERCORSO FORMATIVO”

UN’ INCHIESTA

Abbiamo sperimentato in questi anni la costruzione di un modello di università che, attraverso il meccanismo dei crediti formativi, pretende di misurare i saperi, di quantificarli e di rinchiudere le nostre biografie universitarie dentro piani didattici preordinati. Le “ griglie” con le quali facciamo i conti ogni anno, quando compiliamo il nostro piano di studi, lasciano ben pochi margini di autonomia nella scelta del proprio piano didattico. Il proliferare di esami da 5 crediti, inoltre, ha moltiplicato il numero dei corsi e degli esami, favorendo un processo di parcellazione dei saperi e di frammentazione delle occasioni di approfondimento. Interi corsi di laurea specialistica sono costruiti attorno a corsi da 5 crediti, il che significa corsi di 30 ore di lezioni frontali e 12 esami all’ anno!!.
Oltre che su queste due questioni, l’ inchiesta ha interrogato gli studenti del 3+2 anche sul terreno della libertà di scelta: tra esami interni al proprio settore disciplinare ed esami dislocati nell’ intero ateneo, ma anche in dei testi sui quali preparare gli esami. Una parte dell’inchiesta è dedicata alle tematiche dell’ autoformazione, a tutte quelle pratiche di creazione comune che attraversano gli spazi universitari, che producono saperi e forme di vita: un tessuto di esperienze che vogliamo riconosciuto come bene comune, come parte integrante del nostro percorso formativo.
Dall’ inchiesta emerge inoltre a chiare lettere un rifiuto: gli studenti si oppongono infatti ad ogni sorta di sbarramento, di numero chiuso, rivendicano in forme radicali il diritto alla mobilità studentesca e non accettano nessuna forma di disciplinamento dei propri percorsi didattici.

Conoscere e costruire. L’ inchiesta ci ha fornito alcuni dati e ha fatto emergere percezioni soggettive molto significative, ora vorremmo costruire, assieme a tutti voi, dei cahiers de doleances, una piattaforma di rivendicazioni in grado di innescare un processo di mobilitazione e di trasformazione. Pensiamo che un lavoro di con-ricerca debba vivere dentro un tessuto comune, costruito attorno a rivendicazioni puntuali e allo stesso tempo plurali, in grado di affermare l’autonomia del sapere vivo dentro gli spazi universitari e metropolitani.

L’università del 3+2 sta vivendo un periodo di transizione e gli atenei, come le singole facoltà, possiedono gradi di autonomia in materia didattica. Dentro questo contesto di ridefinizione si aprono spazi inediti per le pratiche di conflitto e di  trasformazione dell’ università: tocca a noi moltiplicare gli spazi di autonomia del sapere, i percorsi di autoformazione e affermare il diritto alla mobilità studentesca. Parlare di autogestione del proprio percorso formativo significa provare a tematizzare tutto questo.
La presa di parola degli studenti passa attraverso quei percorsi di conflitto, di disarticolazione dal basso delle gabbie del 3+2 e di costruzione hic et nunc di forme di condivisione del sapere; non certo per il c.n.s.u., mero strumento di governance del governo Prodi.
Oggi sul terreno dei saperi prendiamo parola pubblicamente, interrompiamo il consiglio di facoltà
per affermare una volta per tutte che non deleghiamo a nessuna rappresentanza la decisione sulla nostra vita.

C38-Collettivo di Lettere e Filosofia
Scia–Sportello co-ricerca per l’inchiesta e l’autoformazione


www.uniriot.org 

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Saperi liberi saperi per tutt*

PRESENTAZIONE E DISCUSSIONE PUBBLICA DELL’ INCHIESTA

“ PER L’ AUTOGESTIONE DEL PERCORSO FORMATIVO”.

L’università del 3+2 è il nostro presente.
Abbiamo sperimentato in questi anni la costruzione di un modello di università che, attraverso il meccanismo dei crediti formativi, pretende di misurare i saperi, di quantificarli e di rinchiudere le nostre biografie universitarie dentro piani didattici preordinati. Le “ griglie” con le quali facciamo i conti ogni anno, quando compiliamo il nostro piano di studi, lasciano ben pochi margini di autonomia nella scelta del proprio piano didattico. Il proliferare di esami da 5 crediti, inoltre, ha moltiplicato il numero dei corsi e degli esami, favorendo un processo di parcellazione dei saperi e di frammentazione delle occasioni di approfondimento. Interi corsi di laurea specialistica sono costruiti attorno a corsi da 5 crediti, il che significa corsi di 30 ore di lezioni frontali e 12 esami all’ anno!!.
Oltre che su queste due questioni, l’ inchiesta ha interrogato gli studenti del 3+2 anche sul terreno della libertà di scelta: tra esami interni al proprio settore disciplinare ed esami dislocati nell’ intero ateneo, ma anche in dei testi sui quali preparare gli esami. Una parte dell’inchiesta è dedicata alle tematiche dell’ autoformazione e al problema dei numeri chiusi.

Ma è un presente in movimento.
Conoscere e costruire. Non pensiamo semplicemente questa assemblea come un momento di presentazione pubblica di alcuni dati, di regolarità emerse da un lavoro di inchiesta; vorremmo costruire, assieme a tutti voi, dei cahiers de doleances, una piattaforma di rivendicazioni in grado di innescare un processo di mobilitazione e di trasformazione. Pensiamo che un lavoro di con-ricerca debba vivere dentro un tessuto comune, costruito attorno a rivendicazioni parziali e allo stesso tempo plurali, in grado di affermare l’autonomia del sapere vivo dentro gli spazi universitari e metropolitani.
L’università del 3+2 sta vivendo un periodo di transizione e gli atenei, come le singole facoltà, possiedono gradi di autonomia in materia didattica. Dentro questo contesto di ridefinizione si aprono spazi inediti per le pratiche di conflitto e di  trasformazione dell’ università: tocca a noi moltiplicare gli spazi di autonomia del sapere, i percorsi di autoformazione e affermare il diritto alla mobilità studentesca. Parlare di autogestione del proprio percorso formativo significa provare a tematizzare tutto questo.

Lunedì 14 Maggio
H 15:00 Aula 3
Via Zamboni, 38
C38-Collettivo di Lettere e Filosofia
Scia–Sportello conricerca per l’inchiesta e l’autoformazione  

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Solidarietà a Francesco “Copertina” Brancaccio

Queste cose di cui mi imputa fanno parte della Sua cultura, non della mia […]
Non faccio parte della Sua famiglia.
Lucio Castellano davanti al Giudice istruttore
12 Giugno 1979  

Chi lo avrebbe mai detto che, nel 2007, l'ombra di "Mario Scelba con la sua celere e questura" potesse gettarsi ancora sui movimenti?
Eppure è così. A esserne vittima è stato, questa volta, Francesco Brancaccio, compagno che abbiamo conosciuto nella rete di Uniriot.

Colpendo Francesco hanno voluto colpire tutti noi, e questo sia ben chiaro. Ci sembra inquietante che, per farlo, anziché le armi della politica, vengano usati dispositivi polizieschi come l'articolo 1.
Dispositivi che non sono semplicemente il residuo delgli anni '50 o degli anni '70 ma assumono oggi un nuovo ruolo in un'articolazione complessiva di disciplina e controllo sulle nostre vite.

In tempi di Partito democratico nulla può essere inatteso e la macchina deve funzionare bene. Perché sono democratici ma, si sa, a volte possono anche usare qualche legge che con lo stato di diritto ha ben poco a che fare. Una legge grazie alla quale basta la volontà di un questore per limitare le libertà individuali dell'avversario politico di turno senza che sia stato mai condannato dalla magistratura. A già, dimenticavamo, noi non siamo politici. Ce lo ha detto il Grande Capo qualche tempo fa quando venne a parlarci "dei fratelli tute blu che seppellirono le asce". "Ma non fumammo con lui, non era venuto in pace".

Francesco ora rischia di diventare un "sorvegliato speciale" ma questo status va ben al di là del singolo compagno, del singolo attivista. Il messaggio è che, se non ce ne siamo accorti, siamo tutti sorvegliati speciali.
Ma possono anche sovegliarci quanto vogliono. Non hanno niente da scoprire. Noi, infatti, ci muoviamo sempre sulla superficie. Sono loro che sono abituati a muoversi nascosti, vagando per sotterranei, sempre più in profondità. Sono convinti che tutto ciò che non capiscono sia una cospirazione sotterranea. Ma noi, come disse Lucio Castellano al giudice, non siamo della loro famiglia.  

Un abbraccio a Francesco, nostro fratello.
C38, Collettivo di Lettere e Filosofia di Bologna Continue reading

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Solidarietà a Francesco “Copertina” Brancaccio

Queste cose di cui mi imputa fanno parte della Sua cultura, non della mia […]
Non faccio parte della Sua famiglia.
Lucio Castellano davanti al Giudice istruttore
12 Giugno 1979  

Chi lo avrebbe mai detto che, nel 2007, l'ombra di "Mario Scelba con la sua celere e questura" potesse gettarsi ancora sui movimenti?
Eppure è così. A esserne vittima è stato, questa volta, Francesco Brancaccio, compagno che abbiamo conosciuto nella rete di Uniriot.

Colpendo Francesco hanno voluto colpire tutti noi, e questo sia ben chiaro. Ci sembra inquietante che, per farlo, anziché le armi della politica, vengano usati dispositivi polizieschi come l'articolo 1.
Dispositivi che non sono semplicemente il residuo delgli anni '50 o degli anni '70 ma assumono oggi un nuovo ruolo in un'articolazione complessiva di disciplina e controllo sulle nostre vite.

In tempi di Partito democratico nulla può essere inatteso e la macchina deve funzionare bene. Perché sono democratici ma, si sa, a volte possono anche usare qualche legge che con lo stato di diritto ha ben poco a che fare. Una legge grazie alla quale basta la volontà di un questore per limitare le libertà individuali dell'avversario politico di turno senza che sia stato mai condannato dalla magistratura. A già, dimenticavamo, noi non siamo politici. Ce lo ha detto il Grande Capo qualche tempo fa quando venne a parlarci "dei fratelli tute blu che seppellirono le asce". "Ma non fumammo con lui, non era venuto in pace".

Francesco ora rischia di diventare un "sorvegliato speciale" ma questo status va ben al di là del singolo compagno, del singolo attivista. Il messaggio è che, se non ce ne siamo accorti, siamo tutti sorvegliati speciali.
Ma possono anche sovegliarci quanto vogliono. Non hanno niente da scoprire. Noi, infatti, ci muoviamo sempre sulla superficie. Sono loro che sono abituati a muoversi nascosti, vagando per sotterranei, sempre più in profondità. Sono convinti che tutto ciò che non capiscono sia una cospirazione sotterranea. Ma noi, come disse Lucio Castellano al giudice, non siamo della loro famiglia.  

Un abbraccio a Francesco, nostro fratello.
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Napoli chiama: MayDay, MayDay

La MayDay giunge quest'anno alla sua settima edizione. Nel corso degli anni questo evento si è intrecciato con soggetti e lotte differenti, ha oltrepassato lo spazio angusto della sovranità nazionale e proiettandosi verso una dimensione europea. In questi sette anni ne è passata di acqua sotto in ponti. Ci rendiamo conto che, dopo la manifestazione dello scorso 4 novembre, con tutte le sue contraddizioni, un ciclo si è chiuso e la MayDay non ne esce indenne.

Per questo crediamo che la MayDay non vive se non alimentata dalle lotte e dai processi di soggettivazione che si attivano a partire da essi.
A Napoli, quest'anno, è successa una cosa importante: dopo un mese di mobilitazioni che hanno visto centinaia di studenti attraversare i palazzi dell’università Orientale e le strade di Napoli, il Senato Accademico si è riunito in seduta straordinaria per congelare il decreto del rettore Ciriello che sanciva l’aumento delle tasse universitarie. Questa vittoria è ttata ottenuta grazie all’autorganizzazione e all’autonomia degli studenti che hanno ripreso così parola sull’università e sulle decisioni che riguardano le proprie vite.

La vittoria degli studenti di Napoli ci parla di un nuovo modo di intrecciare le mobilitazioni universitarie con il tema della precarietà: la battaglia per la trasformazione delle condizioni materiali di vita è oramai inscindibile dal conflitto sul terreno dei saperi. Bloccare l’aumento delle tasse nel nuovo modello formativo basato sull’inclusione differenziale e sul controllo dei saperi significa mettere in crisi gli stessi meccanismi di regolamentazione della nuova forza lavoro precaria.

Crediamo che la rivendicazione di un reddito di  cittadinanza sia un possibile nome comune per fare intrecciare le lotte sui saperi con quelle contro la precarietà esistenziale. Solo un reddito incondizionato può scardinare quel modello  di inclusione differenziale. Solo la continuità di reddito crea le condizioni di possibilità per eludere quel dispositivo di ricattabilità che ostacola i processi di soggettivazione del lavoro vivo.

Per queste ragioni il I maggio andremo a Napoli insieme alla rete di Uniriot per reclamare anche noi il diritto ai saperi e al reddito.

C38, Collettivo di Lettere e Filosofia – Uniriot Bologna

www.uniriot.org

Per info: 3494040526 Continue reading

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L’innovazione è un cuneo…atto III

Evoluzione del concetto di gene…è il momento di andare oltre!!

seminario autogestito

terzo appuntamento del percorso di Autoformazione sull'Innovazione
promosso dai collettivi CASSEUR SPA C38

Mercoledì 18 Aprile
h. 16  _Ex-Aula Esercizi_
Dipartimento di Igiene
via s.giacomo, 12

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Uniriot verso la street parade antiproibizionista

STREET PARADE
Roma 14 Aprile 2007
Piazza Della Repubblica ore 15:00 

Ogni giorno all'interno delle facoltà affermiamo il diritto ad autogestire i nostri tempi e i nostri spazi; lo facciamo costruendo dispositivi di condivisione dei saperi e mettendo in gioco pratiche di resistenza ai meccanismi di disciplina e controllo introdotti dalle riforme universitarie.
In questi mesi abbiamo dato vita a seminari, dibattiti e assemblee sul fenomeno dell'uso delle sostanze, sui loro effetti e rischi, sulla legislazione in vigore. Da queste riflessioni è nata l'esigenza di andare oltre l'idea di “consumo consapevole”, di aprire una discussione dentro e fuori l'università su quale relazione intercorre oggi tra saperi, produzione, corpi e consumo.

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L’innovazione è un cuneo: atto II

collettivi CASSEUR SPA C38 presentano….

il secondo appuntamento del percorso di Autoformazione sull'Innovazione

"LOGICA dell'INNOVAZIONE SCIENTIFICA"
interverrà Franco Piperno (Univerità della Calabria)

LUNEDì 2 APRILE
h. 16  _Ex-Aula Esercizi_
Dipartimento di Igiene
via s.giacomo, 12 Continue reading

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Uniriot Day a Bologna: alea iacta est

L'Uniriot Day a Bologna ha significato, per noi, riprenderci la facoltà, risignificarla, farle parlare una lingua oscena, "antipolitica", direbbe qualcuno.
Via Zamboni 38, Facoltà di Lettere e Filosofia. Centinaia di studenti condividono gioia e saperi, laddove la tristezza feudale vorrebbe scandirne le giornate e imbirgliarne le intelligenze.
 I baroni dell'Alma Water vogliono che quella di Bologna sia l'unica università a non accettare che le sue porte rimangano aperte dopo le ore 19:00. Forse hanno paura che le tenebre, teatro abituale di sedizioni e tumulti, accolgano tra le loro braccia la cospirazione studentesca e precaria. Ma noi, che abbiamo imparato dalle mura imbavagliate di questa città, che cospirare vuol dire respirare insieme, ieri notte abbiamo unito i nostri fiati e, sulle orme di Guy Fawkes, abbiamo dato fuoco alle polveri. Via Zamboni 38 è esplosa in quella felicità che, collettivizzata, è sovversiva.

Quello di ieri ha rappresentato un importante precedente in questo ateneo, in una città in cui l'appello alla legalità unisce pubblici ministeri, sindaco e presidi di facoltà. Tutti schierati in difesa di quella logica per cui i soggetti nomadi e cognitari (studenti, migranti, precari) dopo aver prodotto ricchezza, dopo esser stati rapinati quotidinamente di ciò che hanno prodotto (saperi, cooperazione sociale e soldi), vengono costantemente disciplinati, controllati e repressi. Ma ieri sera la logica di istigazione-repressione è andata in cortocircuito. I conflitti che quotidianamente agiamo per l'autonomia  della cooperazione sociale ieri hanno ecceduto un confine temporale. La nostra temporalità, come dicono i bempensanti che chiedono legalità, "ha preso una brutta piega" e ha determinato un incontro inedito. Questo incontro si chiama Uniriot (www.uniriot.org): un sito che connette i nodi di un’università-in-divenire che vive già nella realtà delle lotte e nei percorsi che costituiscono forme di vita eccedenti la disciplina dei saperi imposta dall’università del 3+2.

Il dado è tratto (alea iacta est) e ora indietro non si torna. Abbiamo varcato il Rubicone ma non ci interessa puntare al centro dell'impero, perché il centro dell'impero siamo noi. Ma stiamo da un'altra parte.

Il nostro tempo è qui, comincia adesso.

www.uniriot.org

http://www.uniriot.org/index.php?option=com_wrapper&Itemid=62

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